Maggio 2021

Maggio si è concluso con tutti gli indici azionari sui massimi, compreso il nostro FTSE MIB.

Sapete ormai che sto seguendo molto attentamente l'indice italiano dato che è vicino a livelli importanti.

Se quota 25000 punti sarà superata al rialzo darebbe un ottimo segnale long sull'Italia e creerebbe i presupposti per un'ulteriore salita dei prezzi.

Sinceramente a questo punto mi sarei aspettato una piccola correzione che, ricordo, è perfettamente normale anche nei classici bull market.

Ma ai mercati, si sa, piace fare il contrario di quello che ci si aspetta e può essere che superino la loro resistenza senza troppi problemi.

Qui di seguito per dare prospettiva alla cosa trovate il grafico storico del FTSE MIB in cui ho inserito le maggiori crisi attraversate in questi anni. 

Era il giorno 6 ottobre 2008 quando il FTSE MIB chiudeva sotto i 25.000 punti entrando in questa lunga congestione dei prezzi.

Di lì a poco la banca statunitense Lehman Brothers sarebbe fallita nel mezzo della crisi scatenata dai mutui subprime.

Tornando alla chiusura positiva del mese di maggio tutto lascia pensare che quest'anno il detto "sell in may and go away" non abbia funzionato.

E' stata quindi l'occasione per andare a cercare se c'è del fondamento in questo modo di dire.

Dalle statistiche sembra proprio di sì e i risultati (sull'indice SP500) lo confermano:

Fonte: qui

La linea rossa è quella che rappresenta il rendimento dei mercati nella loro stagionalità migliore, quella che va da novembre ad aprile, mentre la linea blu è quella che rappresenta il rendimento nel periodo maggio/ottobre.

Se ogni anno un investitore avesse venduto in aprile e riacquistato in novembre avrebbe ottenuto degli ottimi risultati.

C'è solo una strategia che supera entrambe ed è il classico buy and hold.

Dimostrazione che negli investimenti essere "pigri" paga, chi non ha la voglia/il tempo di entrare e uscire dal mercato continuamente, può comunque ottenere risultati positivi.

Ma arriviamo alle cose più interessanti del mese di maggio che ho pensato di condividere con voi.

Howard Marks, intervenendo in una conferenza tenutasi a metà maggio, ha detto di aspettarsi nella seconda parte dell'anno notizie economiche molto buone, dovute ovviamente alle riaperture, e si aspetta inoltre una crescita decente nei prossimi anni.

Al momento attuale, per lui, il prezzo delle azioni NON sta formando una bolla.

Interessante come questo sia un giudizio che va in senso opposto rispetto ai commenti apocalittici che prevedono crash imminenti ogni altro giorno.

Tra l'altro, per gli appassionati di calcio, il fondo di Howard Marks (Oaktree Capital Management) presterà 275 milioni di euro all'Inter per sanare, in parte, la posizione debitoria che la proprietà attuale non riesce a sostenere.

Il gruppo cinese Suning infatti, a causa dei problemi finanziari che sta attraversando in Cina, si trova in difficoltà anche con la gestione del club calcistico.

Il calcio è stato colpito pesantemente dai lockdown causati dalla pandemia, così come tutti i settori legati agli eventi e allo spettacolo.

Pensate a quanti capitali servivano solo per tenere una squadra competitiva in condizioni normali, figuratevi adesso.

Se quindi Suning non riuscirà a sistemare le difficoltà finanziarie che sta incontrando in Cina, in futuro potremo vedere il fondo di Howard Marks escutere la garanzia ricevuta e diventare il proprietario della società calcistica.

Una situazione molto simile a quella già avvenuta con il Milan e il fondo Elliot di Paul Singer.

Maggio è anche il mese del meeting annuale degli azionisti Berkshire Hathaway tenuto da Buffett e Munger.

Tra i tanti argomenti trattati quest'anno la notizia più clamorosa è stata l'ufficializzazione del successore di Buffett.

Una cosa non proprio voluta visto che se l'è lasciata sfuggire Munger, con lo stesso Buffett, che si è trovato subito dopo in difficoltà per qualche attimo.

Il successore designato comunque è Greg Abel al momento alla guida di Berkshire Hathaway Energy, una società della galassia Berkshire, attiva nel settore della produzione di energia.

Se volete leggere chi è Greg Abel ne ho scritto più nello specifico in questo articolo:

Il successore di Warren Buffett

Troverete anche il video di pochi secondi dove il vecchio Munger si lascia sfuggire la notizia.

Nell'articolo seguente invece trovate i punti salienti discussi durante il meeting:

Meeting Berkshire Hathaway 2021

Immagina due persone che investono i propri risparmi, Mario e Luca:

Mario applica la classica strategia del cassettista, il buy and hold.

Luca invece si sente più sicuro nell'investire solo dopo che i mercati azionari hanno corretto di almeno il 10%.

Che risultati avrebbero ottenuto queste due strategie?

Il grafico seguente ce lo dimostra con risultati eloquenti:

La strategia buy and hold avrebbe trasformato i 100 dollari del 1960 in 43.132 dollari nel 2019.

Mentre aspettare una correzione di mercato del 10% avrebbe trasformato i 100 dollari del 1960 in 534 nel 2019.

Risultati eloquenti che mi fanno tornare in mente come anche i grandi investitori lo abbiano sempre detto.

Qui per esempio Peter Lynch:

“Far more money has been lost by investors preparing for corrections, or trying to anticipate corrections, than has been lost in corrections themselves.” 

Per Peter Lynch molti più soldi sono stati persi aspettando una correzione  che quelli persi nelle correzioni stesse.

Ma anche lo stesso Buffett ha sempre ribadito che rimanere investiti nel mercato è più importante che cercare di fare timing:

"Time in the market matters more than timing the market."

Ovviamente il prerequisito essenziale è quello di avere in portafoglio azioni di società solide e a prova di recessione.

Altrimenti il rimanere nel mercato diventa un pericoloso boomerang.

Maggio è il mese per eccellenza dei dividendi italiani.

La maggior parte delle aziende infatti paga il proprio dividendo nel periodo tra aprile e giugno con la maggior concentrazione proprio durante maggio.

Società dai brand conosciuti come Ferrari, nobili decadute come Eni che operano ormai in settori fuori moda, e piccoli gioielli della tecnologia italiana come Reply.

Quest'anno a farla da padrone però sono state le società assicurative e quelle del risparmio gestito.

Società come Generali e Unipol, per il settore assicurativo, o per esempio Azimut, Banca Generali e Banca Mediolanum per il settore del risparmio gestito, tutte con dividendi e rendimenti interessanti dovuti a valutazioni che scontano ancora il pessimismo che regna all'interno e all'esterno del nostro paese.

Per quanto riguarda invece le società che hanno dichiarato un aumento del dividendo negli Stati Uniti ecco un elenco riepilogativo:

Baxter ha aumentato del 14,3%;
Chubb ha aumentato del 2,6%;
Jack in the box ha aumentato del 10%;
Kellogg ha aumentato del 1,8% (si tratta del 386esimo dividendo consecutivo per l'azienda, che lo paga ormai dal 1925);
Leggett & Platt, dividend aristocrat non molto conosciuto qui in Italia, ha aumentato del 5%;
Paychex ha aumentato del 6,5%;
Pepsi ha aumentato 5,1% (49esimo aumento annuale consecutivo per Pepsi che l'anno prossimo potrà così diventare un "dividend king");
Union Pacific ha aumentato del 10,3%;

Per finire invece è giusto parlare anche delle riduzioni dei dividendi.

E' il caso di AT&T, il colosso delle telecomunicazioni, che a breve perderà il suo status di dividend aristocrats.

La società infatti pagava un dividendo crescente da 36 anni ma ha annunciato alcuni giorni fa la sua intenzione di ridurre il payout distribuito agli azionisti:

Risparmi di circa 7 miliardi di dollari che possiamo prevedere porterà a un taglio del dividendo di circa il 50%.

Attualmente la società distribuisce intorno ai 15 miliardi di dollari di dividendi all'anno. 

Il risparmio che vogliono ottenere è di 7 miliardi che risulta essere, appunto, una riduzione di circa la metà.

Questo ci ricorda che bisogna sempre prestare molta attenzione nella scelta delle azioni soprattutto se ci si basa sul dividend yield.

Se qualcuno avesse scelto l'azione solo perchè dava un 7% di dividendo si troverà a breve un rendimento più "normale" intorno al 3,5%.

Quando il rendimento è troppo bello per essere vero c'è sempre qualche campanello d'allarme che ci deve fare riflettere prima di cliccare sul tasto buy.

Soprattutto per chi vuole costruirsi un portafoglio con l'obiettivo dell'entrata periodica può fare una bella differenza pianificare una rendita con il dividend/yield al 3,5% al posto del 7%.

Questo ovviamente non vuol dire che il prezzo dell'azione andrà ancora più giù e che la società sia da scartare a priori, anzi, spesso una riduzione del dividendo può portare a un apprezzamento dell'azione.

Lo spin off di Warner Media, e la successiva fusione annunciata con Discovery, probabilmente (e finalmente, aggiungo io, per chi è azionista di lungo periodo) sbloccheranno del valore.

Le criptovalute sono state messe a dura prova nelle ultime settimane con discese generalizzate intorno al 40-50% dai massimi raggiunti.

E' arrivata la definitiva crisi di questo asset oppure si è trattato di una normale correzione?

Guardando i grafici storici ci si accorge di come queste discese sono più frequenti di quello che si pensi.

Per esempio il Bitcoin tra il 2017 e il 2018 aveva già subito un crollo del 44% e, andando ancora più indietro, nel 2013, la discesa era stata del 54%.

La differenza è che adesso c'è molta più enfasi sui movimenti dei prezzi rispetto a qualche anno fa vista la crescente diffusione delle criptovalute.

Chi vuole avere a che fare con questi strumenti finanziari deve essere pronto a subirne l'elevata volatilità.

Dal canto mio, spinto dalla curiosità, ho deciso di addentrarmi maggiormente in questo mondo per essere meno dipendente dalle opinioni altrui che, per quanto affidabili, possono sempre essere oggetto di pregiudizi.

Prima di tutto quindi sto cercando di capire la terminologia che caratterizza l'ambiente cripto.

Parole come proof of work, proof of stake, staking, token, stablecoin ecc...

E' comunque una giungla ma, devo dire che, rispetto a quello che pensavo all'inizio, qualcosa di buono c'è e, forse, qualche tempo fa mi ponevo delle domande sbagliate che mi rendevano troppo scettico verso questi strumenti.

Vi terrò aggiornati.

E anche per questo mese è giunto il momento di cliccare sul pulsante invia, alla prossima.

Davide Rosa

Finito di scrivere il 01 giugno 2021

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