This is a great time to buy!
Raga, io vorrei scrivere di quante belle aziende da dividendo ci sono in Italia, ma con tutto quello che è successo in quest’ultima settimana mi tocca ancora parlare di dazi.
Trumpone (che fa rima con…) non so davvero a che gioco stia giocando né quale sia la sua tattica, ma sto sinceramente pensando che molto di tutto questo, che ha quasi i contorni di una messinscena, abbia avuto uno scopo elettorale: accontentare cioè quella pletora di americani arrabbiati che vivono soprattutto nel Midwest e che si sentono lasciati indietro rispetto agli standard dei loro connazionali delle coste.
Sta di fatto che tutto quanto accaduto rappresenta un danno autoinflitto. E la conseguenza, nel migliore dei casi, è che gli Stati Uniti hanno perso credibilità.
Come ho già scritto nell’articolo di qualche giorno fa, chi ha letto L’arte di fare affari dovrebbe conoscere il personaggio Trump. Nel libro si descrive come:
- un dealmaker nato;
- imprevedibile;
- capace di massimizzare l’attenzione dei media.
Su quest’ultimo punto direi che lo stiamo vedendo in azione proprio in questi giorni. Ma se guardiamo al Trump dealmaker, diciamo che questa volta non mi pare abbia dato gran prova di sé.
E comunque, leggere quel libro non ti avrebbe comunque messo al riparo dalla sua imprevedibilità.
Aggiungo anche un’altra cosa, che ha detto Dario Fabbri: Trump non ha paura di niente.
E anche questo l’abbiamo visto chiaramente, quando, poche ore prima di dare l’annuncio della messa in pausa dei dazi per 90 giorni, pubblicava “This is a great time to buy!” sul suo social e su X.com:
Ora, ovviamente non lo sapremo mai con certezza, ma sembra proprio la copertura perfetta per avvisare “qualche amico” prima che la notizia della “pausa” arrivasse sui giornali.
Tutti adesso possono dire che il consiglio è stato dato pubblicamente, quindi non si trattava di informazioni riservate.
Sta di fatto che gli indici americani, S&P 500 e Nasdaq, non due robette, ma i principali indici mondiali da trilioni di dollari di capitalizzazione, hanno avuto esplosioni di volatilità che sembravano quelle di una meme coin.
Come scriveva Warren Buffett nella sua lettera agli azionisti del 2023:
“For whatever reasons, markets now exhibit far more casino-like behavior than they did when I was young. The casino now resides in many homes and daily tempts the occupants.”
Poi ognuno giudicherà da sé se questo è un metodo folle o calcolato, per me, il caos dei dazi sembra più un mischiare le carte senza alcuna coerenza strategica.
Quello che però possiamo dire, è che stiamo vivendo tempi davvero interessanti.
LA FINE DELLA GLOBALIZZAZIONE
Al di là dei danni di credibilità che gli USA si sono autoinflitti, vale la pena affrontare anche la questione della globalizzazione di cui, in questi ultimi giorni, si è tornati a parlare a proposito della sua presunta fine.
Per affrontare davvero la questione, prima di tutto, bisogna mettere in chiaro e distinguere tra globalizzazione come struttura e globalizzazione come ideologia.
L’ideologia dominante della globalizzazione è il liberismo: il dogma del libero scambio, il mantra per cui “tutti commerciano con tutti” senza dazi, barriere o confini.
Ma questo liberismo, in senso puro, non è mai esistito nella storia dell’umanità.
Mai, neppure per un giorno. Fin da quando esistono grandi entità politiche, sono sempre esistite dazi, restrizioni, asimmetrie e protezionismi (anche qui in Italia, tramite l’UE li applichiamo alle merci che arrivano).
Messa in questi termini scopriamo quindi che il libero mercato globale è, in realtà, un costrutto ideologico, una narrazione. Non una realtà.
La globalizzazione in sé, però, non è morta. È più viva che mai.
Solo che non è ciò che pensiamo sia. La vera struttura della globalizzazione è il controllo americano dei mari, dei punti di strozzatura strategici, i cosiddetti choke point, o colli di bottiglia, che non sono altro che passaggi obbligati per il commercio e la geopolitica mondiale.
È prima dominio geopolitico, poi commerciale, come abbiamo visto nell’articolo Stati Uniti e geopolitica: l’impero al suo apice?.
E mentre gli Stati Uniti, con una mano, distruggono l’ideologia della globalizzazione (quella che noi conosciamo: trattati, WTO, retorica del libero scambio), con l’altra ne blindano la struttura reale.
Che cosa stanno facendo, concretamente? Colpiscono gli Houthi nello stretto di Bab-el-Mandeb per mantenere aperte le rotte marittime; cercano di sottrarre alla Cina i porti e le infrastrutture acquistate a Panama; si interessano alla Groenlandia, snodo chiave della nuova Rotta Artica.
Quindi mentre ai nostri occhi sembra che stiano smantellando la globalizzazione, in realtà la stanno difendendo nella sua dimensione concreta e strategica.
Il paradosso è questo: quella vera la vogliono tenere in piedi, quella ideologica la vogliono demolire, indipendentemente che il presidente in carica sia Trump o qualcun altro.
Non so poi cosa succederà come non lo sa nessun altro là fuori nonostante le numerose opinioni, investire è un’attività che ha a che fare con il futuro e questo, per definizione è incerto.
Non possiamo avere certezze assolute, e questo non significa rinunciare a delineare scenari possibili, sulla base delle informazioni disponibili.
Quel che possiamo cogliere con una certa chiarezza, ormai conclamata, è che gli Stati Uniti considerano la Cina il loro principale avversario strategico, e intendono continuare a contenerla, soprattutto sul piano marittimo, finché avranno i mezzi e la forza di farlo.
E’ VERAMENTE A GREAT TIME TO BUY QUESTO?
Al di là delle questioni geopolitiche, è davvero un buon momento per fare acquisti?
Mah, la domanda è da sfera di cristallo, diciamo solo che non sono così sicuro che sarà l’UNICO momento quest’anno.
Qualcosa ho aggiunto nel mio portafoglio, sì, ma mi aspetto comunque un annetto da montagne russe sui mercati.
Il 2025 sarà, con ogni probabilità, un anno molto volatile con le notizie che si susseguiranno senza sosta, almeno finché la questione dei dazi non troverà una conclusione.
Nel frattempo, le dichiarazioni di Trump o di chi gli sta intorno continueranno a spostare i mercati, in una direzione o nell’altra, rendendo questa giostra sempre difficile da gestire, soprattutto per i deboli di cuore.
Detto questo, la volatilità crea anche opportunità.
Che tu faccia stock picking o stia pensando di aumentare l’esposizione in ETF, il punto è sempre lo stesso: sapere perché stai investendo.
- Qual è il tuo obiettivo?
- Quando ti serviranno quei soldi?
Sono solo alcune delle domande fondamentali da riprendere in mano, soprattutto in momenti di caos.
Servono per capire se gli obiettivi che ci eravamo posti sono ancora validi, e se le decisioni prese ci stanno davvero portando lì.
Questo vale sempre. Con o senza Trump.
Se hai un obiettivo a dieci anni, tutto ciò che succede ora, volatilità, tweet, dazi, Federal Reserve, dovrebbe contare relativamente poco. A patto, ovviamente, di aver costruito un portafoglio coerente con il tuo profilo e i tuoi bisogni.
Infine, da tutta questa situazione, possiamo portarci a casa almeno due considerazioni:
-
La FED taglierà i tassi.
L’incertezza e le tensioni generate da questo clima credo che innescheranno un rallentamento economico, forzando la mano della banca centrale americana, che finora è stata molto riluttante nell’agire in tal senso. -
Il vero tallone d’Achille degli Stati Uniti non è il mercato azionario, ma quello obbligazionario.
Trump e il suo entourage, anche se hanno smentito, sono intervenuti non appena i rendimenti dei Treasury hanno dato segnali di tensione. Segno che lì, sotto sotto, c’è una fragilità più seria.
Sarà proprio su questo fronte che bisognerà tenere gli occhi puntati nei prossimi anni. 👀
MANTENERE LA BARRA A DRITTA
Non c’è mai stato un momento più importante di questo per mantenere la barra dritta.
Capire chi siamo, cosa vogliamo fare, quali sono i nostri obiettivi o, in altre parole, avere una propria identità ben definita.
Il rischio, oggi, è che il continuo bombardamento mediatico ti faccia ondeggiare da una parte all’altra, trascinato dalla notizia del momento, dal tweet virale, dall’indignazione lampo del giorno (veri e propri “due minuti d’odio” di orwelliana memoria dal libro 1984).
E questo vale sia per gli investimenti, sia per la vita quotidiana.
Viviamo in un mondo dove tutti cercano di catturare la tua attenzione a colpi di frasi ad effetto, spesso sparando cazzate lievi imprecisioni pur di dire qualcosa.
Come ti ho detto tante volte: investire con successo, e per lungo tempo, richiede un’indipendenza di pensiero enorme.
A maggior ragione in questi anni dove veniamo costantemente travolti da notizie, opinioni e previsioni che spesso hanno la profondità di un bicchiere d’acqua.
Peter Bernstein lo diceva meglio di chiunque altro:
“The road to successful investing is paved with independence of spirit, decisiveness, and the courage of one’s convictions.”
Tradotto: per investire bene serve spirito indipendente, decisione e il coraggio delle proprie convinzioni.
E questo ancora di più in un’epoca in cui le nostre società sembrano sempre più divise, e le élite… be’, diciamo che non stanno vivendo il loro momento di massima brillantezza.
Non solo negli Stati Uniti, dove abbiamo appena visto Trump lanciare tweet che sembrano segnali di trading o far decollare token con il suo nome, facendo guadagnare milioni a qualche insider particolarmente sveglio.
Generalizzare è sempre sbagliato, ma diciamolo: il mondo occidentale oggi non sta esattamente brillando per etica o visione a lungo termine.
Ed è proprio per questo che avere una propria bussola, una propria identità solida, aiuta a orientarsi nella giungla del mondo di oggi.
Insomma stay sane.
CONCLUSIONI
Allora, per concludere: evitate di prendervi le ferie nelle prime due settimane di luglio!
I famosi 90 giorni di pausa scadranno proprio in quel periodo, e non vorrei che la volatilità vi sorprenda con le infradito ai piedi, rilassati in spiaggia e completamente impreparati.
Scherzo… ovviamente.
Vedremo come andrà a finire questa ennesima scommessa di Trump, e se sarà davvero, come dice lui, “a great time to buy!”
Soprattutto sarà interessante capire come si evolveranno le cose alla Casa Bianca, dove, a quanto pare, una forma di resistenza interna è appena cominciata.
Trump ha lanciato il sasso. Ora vedremo quanto durerà questo suo tentativo un po’ autocratico, tra le frizioni con il deep state e i tentativi (più o meno espliciti) di contenimento da parte del suo stesso entourage.
Concludo per davvero dicendo che a scrivere questi articoli mi sento quasi come un allenatore nello spogliatoio, che cerca di tenere alto il morale della squadra mentre fuori sta venendo giù il diluvio.
Devi sorridere, motivare, dire che il piano c’è, che la strategia è quella giusta, che la tempesta passerà, anche se dentro, pure tu, qualche dubbio ce l’hai.
Tenere la barra dritta in mezzo al mare mosso dei mercati non è semplice. Soprattutto quando il meteo cambia ogni giorno, e a dettarlo non è il sole o il vento, ma una dichiarazione o un dazio.
Ma ehi, questo è il gioco dei mercati e quello che mi piace chiamare the greatest game of my life: instabile, turbolento, pieno di bluff.
Eppure, per chi ha il coraggio e riesce a rimanere lucido, è anche pieno di occasioni.
Il presente contenuto è ai soli fini didattici e di discussione, fai le tue ricerche prima di investire (do your own research before invest).
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