Guida per investire in ETF nel 2025
Ormai è dato per scontato che gli ETF hanno cambiato il modo di investire rendendo tutto più semplice, economico e accessibile, permettendoci di diversificare il portafoglio con pochissimi strumenti.
Anche il piccolo risparmiatore, pur senza essere un esperto, può investire come i professionisti, consulenti finanziari e gestori patrimoniali che utilizzano gli ETF nei loro portafogli e in quelli dei loro clienti.
Insomma, una sorta di “invest like a pro” senza troppi sbattimenti.
Non a caso, uno dei consigli di Warren Buffett per l’investitore “retail” (il mitico know-nothing investor) è proprio quello di puntare su ETF che replicano l’S&P 500:
“By periodically investing in an index fund, for example, the know-nothing investor can actually out-perform most investment professionals.”
Ora, noi che siamo fuori dagli USA potremmo anche optare per un ETF globale invece dell’S&P 500 tanto, alla fine, gli Stati Uniti dominano comunque la scena, con un peso di oltre il 60% anche negli ETF globali.
Per fare un esempio, questo è il peso dei diversi paesi all’interno del VWCE, il Vanguard FTSE All-World UCITS ETF, uno dei più conosciuti che replica l’indice FTSE All-World:
Diciamo che, volenti o nolenti, l’America ce la portiamo dietro nel portafoglio, un ruolo dovuto all’egemonia economico/finanziaria e militare che gli yankee svolgono nel panorama geopolitico mondiale.
Quindi, vista la diffusione sempre più massiccia degli ETF un ripassino non fa mai male. Tanto per rinfrescare la memoria su ciò che già sappiamo e, perché no, aggiungere qualche nuovo tassello a quello che abbiamo già imparato negli anni.
Ma prima di buttarci a capofitto, vediamo bene come funzionano e quali elementi considerare per investire in ETF nel 2025.
COS’E’ UN ETF
Un ETF (Exchange Traded Fund) è un fondo quotato in borsa che si compra e si vende come un’azione.
Solitamente è passivo, cioè replica un indice di riferimento (tipo l’S&P 500 che citavo nel precedente paragrafo) con costi bassissimi.
Ma non sempre: esistono anche ETF a gestione attiva, che provano a battere il mercato (spoiler: come i fondi comuni di investimento anche gli ETF attivi raramente riescono a battere il mercato).
Perché piacciono così tanto? Elencherei i diversi motivi nei seguenti quattro punti:
- Diversificazione: investi in decine, centinaia o migliaia di titoli con un solo strumento finanziario.
- Bassi costi: rispetto ai fondi comuni tradizionali, le commissioni sono ridicole.
- Liquidità: si comprano e vendono in tempo reale, come le azioni.
- Zero sbatti: non devi analizzare singole azioni, ci pensa l’ETF a tracciare il mercato di riferimento.
ETF PASSIVI VS ATTIVI
- ETF passivi: replicano un indice, punto. Se il mercato sale, tu guadagni. Se scende, perdi. Costano poco e fanno il loro lavoro.
- ETF attivi: gestiti da un team che cerca di battere il mercato. Peccato che, come già scritto in precedenza, spesso falliscano e abbiano costi più alti.
Gli ETF attivi sono esplosi dopo il 2020, ne ha parlato anche Mr. RIP in un video su Youtube.
I costi medi sono calati ma sono ancora superiori a quelli passivi (attorno allo 0,28% contro lo 0,15% di molti ETF passivi).
Il rischio, in questo scenario, è che gli investitori si siano ormai abituati a considerare gli ETF come strumenti semplici e vantaggiosi, mentre le grandi case di investimento stanno riempiendo il mercato di ETF attivi, creando un bel po’ di confusione.
Il piccolo risparmiatore potrebbe credere di investire in modo passivo, mentre in realtà sta mettendo i soldi in fondi gestiti attivamente, con costi e dinamiche molto diverse.
Nella tabella qui sotto puoi vedere come negli ultimi anni gli ETF attivi siano spuntati nel panorama degli investimenti.

Se non altro, una cosa buona l’hanno fatta: hanno spinto al ribasso i costi.
I vecchi fondi comuni, con le loro commissioni da rapina, stanno perdendo sempre più terreno, e le masse gestite si stanno gradualmente spostando verso strumenti più efficienti.
Insomma, hai capito che esistono anche gli ETF attivi, ma valuta bene se ne vale davvero la pena inserirli in portafoglio.
ALTRE TIPOLOGIE DI ETF
- ETF Azionari: investono in azioni, possono essere globali, regionali, settoriali o tematici.
- ETF Obbligazionari: per chi vuole più stabilità, investono in bond governativi o corporate, ma attenzione alle variazioni dei tassi di interesse.
- ETF Multi-asset: mix di azioni, obbligazioni e magari anche materie prime (per esempio i Vanguard Lifestrategy).
COME SCEGLIERE UN ETF?
Tra i parametri da considerare direi che è molto importante fare attenzione ai seguenti:
- Tracking Error: più è basso, meglio è. Significa che l’ETF segue fedelmente il suo indice.
- Metodo di replica:
- Replica fisica: l’ETF compra davvero i titoli dell’indice (integrale o parziale).
- Replica sintetica: usa strumenti derivati per replicare la performance (può ridurre alcune tasse, ma ha più rischi di controparte).
- TER (Total Expense Ratio): la percentuale che paghi annualmente per gestire l’ETF. Meno è, meglio è.
- Liquidità: più alto è il volume di scambio, meno rischi di pagare spread elevati.
COSTI DEGLI ETF
La maggior parte delle persone guarda solo il TER (che rappresenta i costi di gestione), si tratta però di una visione parziale che è meglio approfondire andando a controllare anche gli altri costi nascosti:
- Costi di transazione interni: compravendita dei titoli nel fondo (variano da ETF a ETF), li puoi trovare nel KID di ciascun fondo.
- Spread denaro-lettera: differenza tra prezzo di acquisto e vendita sul mercato.
- Costi di replica: in alcuni ETF sintetici ci possono essere costi aggiuntivi legati agli swap.
Confrontare due ETF solo in base al TER è un errore. Controlla invece il Total Cost of Ownership (TCO), che include anche le spese di transazione interne.
RISCHI E CRITICITA’
Come si dice spesso nel mondo della finanza non ci sono pasti gratis. Anche con gli ETF non è tutto rose e fiori. Alcuni problemi:
- Liquidazione del fondo: se un ETF raccoglie pochi capitali, l’emittente potrebbe chiuderlo, nel seguente articolo ho scritto di come funziona il delisting di un ETF.
- Rischio di concentrazione: pochi colossi (BlackRock, Vanguard, State Street) dominano il mercato. Se uno di loro avesse problemi, il settore ne risentirebbe.
- Volatilità: in momenti di panico, gli ETF possono amplificare i movimenti del mercato.
Inoltre, potresti voler dare un’occhiata ai 5 tipi di ETF da evitare, così da riconoscere al volo quelli che non fanno per te e scartarli senza perdere tempo.
Occhio in particolare agli ETF a leva o agli ETF sintetici che possono distorcere il mercato e aggiungere rischi nascosti.
Se non sai cosa stai facendo, meglio starne alla larga.
Regola che vale sempre nel mondo della finanza quando si parla di strumenti troppo complicati oppure di cui non comprendi bene i meccanismi.
Evitare le trappole negli investimenti è già un buon punto di partenza.
GLI ETF CREERANNO UNA BOLLA?
È possibile che gli ETF creino una bolla? Sì.
Corriamo il rischio che ciò accada durante la nostra vita? Se vivremo abbastanza FORSE sì. 😊
Alla fine, per ogni transazione c’è sempre un acquirente e un venditore. Finché ci sono abbastanza investitori che comprano e vendono basandosi sui fondamentali delle aziende, il prezzo si manterrà su livelli ragionevoli.
Ma il vero punto della questione è: quanto è “abbastanza”? Nessuno lo sa con certezza.
Il dibattito è aperto, e fior di accademici stanno già analizzando queste dinamiche, vedremo le conclusioni che tireranno fuori nei prossimi anni.
Per ora, la mia opinione è che il rischio di una bolla causata dagli ETF sia ancora lontano.
Semmai sarebbe meglio dire che amplificano alcuni movimenti, specie in periodi di forte incertezza.
Nonostante la crescita di questi fondi negli ultimi 20 anni non siamo ancora a un punto di pericolo, prima o poi però, magari fra dieci/venti anni, potremmo arrivarci.
CONCLUSIONE
Come hai potuto leggere ho cercato di creare questa breve, ma completa, guida in modo più schematico possibile.
Faccio solo un ultimo riepilogo del perchè gli ETF sono importanti all’interno di un portafoglio di un piccolo investitore:
- Semplicità prima di tutto: non serve inseguire ETF esotici, un buon ETF globale (tipo MSCI World o S&P 500) è più che sufficiente per iniziare.
- Attenzione ai costi: guarda oltre il TER, considera anche liquidità e costi nascosti.
- Diversificazione intelligente: mix di azioni e obbligazioni, se vuoi un portafoglio più stabile.
- Evitare la moda del momento: gli ETF tematici possono essere interessanti, ma spesso hanno costi alti e rischi maggiori.
Investire in ETF nel 2025 significa avere una strategia chiara, conoscere i rischi e, soprattutto, come sempre non farsi abbagliare dal marketing.
Più che cercare il prossimo ETF che va “to the moon”, punta su strumenti solidi e a lungo termine. Il resto sono solo dettagli.
CONSIGLIO DI LETTURA
Se vuoi ulteriormente approfondire quanto ho scritto in questo articolo puoi leggere uno dei libri di Gabriele Bellelli: Investire con gli ETF e gli ETC del quale ne ho scritto un’opinione qui.
Il presente contenuto è ai soli fini didattici e di discussione, fai le tue ricerche prima di investire (do your own research before invest).
________________________________________________________________________
Se ti piacciono i miei contenuti e vuoi restare aggiornato, iscriviti alla mia newsletter mensile! E per contenuti extra e interazioni veloci, seguimi su X.com: @davyderosa