Il petrolio ha preso il virus
Se mi segui sai che non amo molto scrivere delle ultime notizie che ogni giorno tv, giornali e siti web ci propongono.
Certo, seguo cosa succede nell’arco della giornata, ma poi cerco di concentrarmi su quello che effettivamente è importante per le società in cui investo.
E la maggior parte degli highlights è solo “rumore di sottofondo” che crea confusione e rischia di distoglierti dalle cose, appunto, più importanti.
Siamo però in tempi strani e molto particolari. Virus che ci rinchiudono in casa, quarantena per l’intero mondo ed economia che di conseguenza va a rotoli.
Il mese scorso sono stato testimone di un MENO 17% (FTSE MIB MENO 17) in un solo giorno dell’indice FTSE MIB ma le cose impensabili non erano finite lì.
Ieri, 20 aprile 2020, è toccato al petrolio, in particolare al future sul petrolio (WTI) con scadenza maggio.
COSA E’ SUCCESSO AL PREZZO DEL PETROLIO?
Parto dal riepilogare la giornata di ieri grazie ad alcuni grafici delle quotazioni.
Già dalla mattina si capiva che non sarebbe andata proprio benissimo dato che, dopo qualche ora dall’apertura, le quotazioni erano già in ribasso del 40% scambiando a 10 dollari al barile.
Ma le cose peggiorano sempre di più con il passare delle ore fino ad arrivare a una perdita del 100% nel pomeriggio. Si può pensare che sia finita lì (e già sarebbe stato un evento solo questo), il valore zero è a un passo.
E invece succede l’impensabile… Future sul WTI di maggio che vanno anche in negativo!
Fino a chiudere questa giornata epocale a MENO 37,63 dollari a barile.
Se ti stai chiedendo come sia possibile che un prezzo per un barile di petrolio vada in negativo non ti preoccupare. Nel mondo della finanza tutto è possibile.
In parole povere con le consegne di maggio qualcuno sarà pagato per ricevere i barili.
Per spiegarti meglio bisogna però fare un passo indietro e capire cosa sono i futures, strumenti finanziari, attraverso i quali, viene scambiato il petrolio sul mercato.
COSA SONO I FUTURES SUL PETROLIO
I futures sono un contratto con il quale le parti si obbligano a scambiarsi ad una data scadenza un certo quantitativo di petrolio, ad un prezzo stabilito.
Quindi per esempio io, compratore, mi impegno con un contratto future a comprare un barile di petrolio e a pagare te, venditore, un certo importo a una data scadenza.
Uno dei motivi per usare contratti future è quello di proteggersi dalle fluttuazioni dei cambi ma, come la finanza spesso è solita fare, su di essi si può anche fare speculazione.
Sta di fatto che a scombinare le carte è intervenuto il COVID-19 e tutti i programmi e previsioni fatti dagli operatori di mercato sono andati in fumo.
COSA HA PROVOCATO I RIBASSI DEL PETROLIO
Il prezzo del petrolio era già in ribasso dalla fine dell’anno scorso segno che l’economia stava già frenando da qualche tempo.
Tieni presente che i prezzi delle materie prime sono molto volatili e perciò sono soggetti pesantemente alle oscillazioni della domanda e dell’offerta.
Il Coronavirus ha creato un enorme deficit lato domanda, pensa solo a tutto il mondo che sta a casa in quarantena.
Auto parcheggiate, navi ferme nei porti, aerei che non volano (e se partono sono vuoti) ecc. Funziona a regime ridotto solo il trasporto merci su gomma e solo per i beni di prima necessità.
L’OPEC, che è l’organizzazione dei paesi produttori di petrolio, ha tentato di mettersi d’accordo con la Russia sul taglio della produzione (accordo OPEC Russia) ma dai risultati non è stato abbastanza.
In questi due mesi di blocco il mondo ha consumato solo una frazione di petrolio rispetto alla norma e i barili che lo contengono si sono ammassati nei magazzini. Che ora sono pieni e non riescono più a riceverne.
Quindi per le consegne previste in maggio, non essendoci più posto disponibile, si è arrivati alla situazione in cui i venditori pagano purchè qualcuno si vada a prendere il barile.
Come puoi leggere anche dalla seguente notizia presa da Repubblica:
[…]l’agenzia Bloomberg ha riportato che un centro di stoccaggio di oro nero in Oklahoma sarebbe ormai vicino alla massima capacità. A magazzini pieni, i venditori sono disposti a pagare i compratori pur di farsi ritirare la merce, visto che non c’è più spazio per stoccarla. L’impossibilità degli estrattori di smaltire il materiale in magazzino nel brevissimo, complice la paralisi della domanda, genera questa inversione dei prezzi mai vista. Non a caso, il contratto di giugno del Wti è sempre in calo, ma in forma meno drammatiche: meno 15,64% per cento a 20,89 dollari al barile. Un gap tra i due contratti che non si era mai verificato.
E per ora questo si è verificato solo nel contratto di maggio, vedremo cosa succederà su quello di giugno.
In un mese non penso che ci sia così tanta ripresa da consumare tutta l’eccedenza e normalizzare i prezzi.
CHE CONSEGUENZE AVRA’ QUESTA SITUAZIONE
Tra i primi a pagarne le conseguenze saranno i paesi esportatori di materie prime, questi non se la passeranno proprio bene nei prossimi mesi e vedranno i loro ricavi scendere di molto.
Se Arabia Saudita e Russia, nonostante tutto, dovrebbero resistere al colpo ci sono paesi più deboli, come per esempio l’Algeria, o anche paesi che non hanno proprio una situazione politica stabile come l’Iran e il Venezuela.
Aspettiamoci qualche default e situazioni difficili dal punto di vista interno con sommosse da parte dei cittadini che protesteranno contro l’austerità.
E gli ETF e i fondi di investimento esposti sul petrolio?
Eh, bella domanda, credo non se la passeranno bene neanche loro. Dipende ovviamente dal tipo di fondo e sul tipo di strumenti finanziari su cui è esposto.
Se poi si trattava di qualche fondo a leva, con oscillazioni come quelle di ieri, non vorrei essere nei panni del gestore. Magari gli è già arrivata una margin call da parte del broker.
Come ha detto Warren Buffett:
It’s only when the tide goes out that you learn who’s been swimming naked
Vedremo quindi solo nel prossimo futuro chi nuotava “scoperto”, aspettiamoci molte chiusure di fondi investiti nel settore petrolifero.
C’è chi dice, comunque, che la situazione almeno fino a metà maggio non si stabilizzerà quindi, se è così, preparati a molta volatilità anche nelle prossime settimane.
Ah, con uno shock del genere possiamo dimenticarci per un bel po’ di tempo della paura dell’inflazione.
CONCLUSIONI
Questa sarà ricordata come una giornata storica nei mercati finanziari.
Anche se è finita in un bagno di sangue meglio prenderla in ridere con alcune tra le battute che giravano sui social:
BREAKING: WTI renamed WTF
— Sven Henrich (@NorthmanTrader) April 20, 2020
RIP Oil
1859-2020
— Wu-Tang Financial 🥑 (@Wu_Tang_Finance) April 20, 2020
C’era anche chi giustamente ricordava che per anni ci hanno raccontato che il petrolio sarebbe finito… Peccato che sia finito prima il posto per stoccarlo.
Tutto questo dimostra come sia molto difficile investire nel petrolio e, più in generale, nelle materie prime data la loro volatilità e dipendenza da eventi esterni e, molte volte, imprevedibili.
Concludendo posso dire che dopo tutto questo qualcosa da raccontare ai miei nipoti lo avrò anch’io.
Il presente contenuto è ai soli fini didattici e di discussione, fai le tue ricerche prima di investire (do your own research before invest).
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