Cos’è la pianificazione finanziaria
“Il contesto è in continuo cambiamento, stanno saltando i paradigmi tradizionali di risparmio e investimento. Per questo gli italiani devono comprendere l’utilità di pianificare”.
Così Nadia Linciano, Segretario Generale della Consob, ha esordito di recente al Salone del Risparmio.
Una dichiarazione che va dritta al punto: serve un cambio di passo culturale.
Sentiamo spesso parlare di “pianificazione”, ma raramente ne comprendiamo davvero il significato, e ancora più raramente riusciamo a metterla in pratica.
Una mancanza importante che è confermata anche dalle indagini condotte da Consob, ciò che manca a molti italiani è proprio la capacità di pianificare a medio-lungo termine.
Sappiamo essere parsimoniosi, attenti alle spese quotidiane, ma raramente ci sediamo per definire con chiarezza i nostri obiettivi futuri.
Ed è qui che la pianificazione finanziaria entra in gioco come uno strumento essenziale.
COS’E’ LA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
Pianificare significa, in sostanza, fare chiarezza.
Mettere ordine tra ciò che entra e ciò che esce, certo, ma anche tra ciò che vogliamo davvero e ciò che semplicemente ci capita.
La pianificazione finanziaria è quel processo che ci aiuta a passare da una vita vissuta “alla giornata” a una costruita con intenzione.
Non si tratta di schemi rigidi o previsioni infallibili, ma di un percorso strutturato per capire dove siamo, dove vogliamo andare e come possiamo arrivarci senza farci travolgere dagli imprevisti.
Una buona pianificazione parte da qui:
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Analisi della situazione attuale: Quanto guadagniamo, quanto spendiamo, quanto risparmiamo. Un check-up della nostra “salute finanziaria”.
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Definizione degli obiettivi: Vogliamo comprare casa? Cambiare macchina? Fare studiare i figli? Andare in pensione serenamente?
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Elaborazione del piano: Ovvero come allocare risorse nel tempo per avvicinarci a quegli obiettivi, compatibilmente con le nostre possibilità.
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Controllo e aggiustamenti: Perché la vita cambia, e un piano statico è un piano destinato a fallire.
IL CUORE DEL PROCESSO: IL BUDGET
Tutto parte dal budget, una parola a volte vista come sinonimo di rinuncia ma che, in realtà, è libertà.
Un cambio di paradigma che rappresenta la libertà di scegliere dove vogliamo che vadano i nostri soldi, invece di chiederci a fine mese “dove sono andati a finire i nostri soldi?“
Il budget personale o familiare è un registro delle entrate e delle uscite, che ci aiuta a comprendere:
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Quanto spendiamo per le spese fisse (mutuo, affitto, utenze);
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Quanto va in quelle variabili (spesa, trasporti, svago);
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Quanto possiamo accantonare per imprevisti e obiettivi futuri.
Una buona pratica è suddividere le spese in categorie, così da avere una fotografia chiara e continuativa.
Saper leggere quel quadro ci dà il potere di correggere il tiro, quando serve. E da qui possiamo anche capire che un certo grado di flessibilità è necessario.
FLESSIBILITA’ DELLA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
Uno degli aspetti più sottovalutati della pianificazione finanziaria è proprio la necessità di mantenere una certa flessibilità nel tempo.
Perché, diciamocelo: la vita non è un foglio Excel.
Può capitare di tutto. Eventi imprevisti, sia positivi che negativi, possono avere un impatto diretto sui nostri obiettivi.
Una promozione inaspettata, un’eredità, oppure, al contrario, una perdita di lavoro, un problema di salute, una spesa urgente non prevista: sono tutte situazioni che possono richiedere una revisione del piano originario.
Ed è qui che la capacità di adattamento diventa un valore fondamentale.
Ma non è solo una questione personale: anche i mercati finanziari hanno i loro alti e bassi.
Avere un piano con una certa flessibilità ti consente di posticipare o anticipare alcune decisioni in funzione del contesto, senza andare nel panico o compromettere i tuoi obiettivi.
UN ESEMPIO CONCRETO DI FLESSIBILITA’
Facciamo un esempio: Marco ha 42 anni, una famiglia con due figli e un piano finanziario impostato per acquistare una seconda casa al mare nel 2030.
Ha costruito un piano di accumulo in ETF e si è dato un orizzonte temporale di 7 anni.
Tuttavia, nel 2027 riceve una proposta lavorativa all’estero e, dato che si tratta di un’ottima proposta, decide di accettare.
Questo cambia radicalmente le sue priorità: la casa al mare non è più un obiettivo primario, mentre diventa importante accumulare più liquidità per affrontare il trasferimento.
In questo caso, la pianificazione finanziaria non viene abbandonata: viene aggiornata, adattata alla nuova realtà.
Le somme accantonate fino a quel momento non sono sprecate, anzi: rappresentano un cuscinetto che rende più semplice e sicuro il cambiamento.
Lo stesso principio vale anche in caso contrario: se Marco nel 2027 si trovasse invece a dover affrontare una spesa imprevista, come una ristrutturazione urgente della prima casa, potrebbe decidere di rivedere temporaneamente l’investimento, sospendere i versamenti, o anche ritirare parte del capitale, senza sentirsi in colpa o fallito.
Perché il piano è suo, e deve servirgli, non imprigionarlo. Ecco cos’è la vera pianificazione finanziaria.
PERCHE’ LA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA E’ UTILE A TUTTI
La pianificazione finanziaria non è un lusso da ricchi o un tecnicismo da addetti ai lavori.
È una competenza trasversale, utile a chiunque voglia vivere con maggiore serenità economica. Serve per esempio:
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A chi inizia a lavorare e vuole costruirsi una base solida.
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A chi ha una famiglia e deve pensare al futuro dei figli.
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A chi vuole programmare una pensione serena e vuole tutelare il proprio stile di vita.
Anzi, è proprio nei momenti di incertezza che avere un piano fa la differenza.
Perché nei periodi di panico, quando i mercati oscillano, le notizie economiche spaventano, e il dubbio prende il sopravvento, chi ha un piano, spesso, evita gli errori dettati dall’emotività.
Lo abbiamo visto anche recentemente con quello che è successo a causa dei dazi di Trump.
ERRORI DA EVITARE
Uno degli scogli più comuni è la sottostima delle spese e la sovrastima delle entrate. Capita più spesso di quanto pensiamo.
Un altro errore frequente è dimenticare gli imprevisti: dalla gomma bucata all’elettrodomestico da sostituire, fino a una spesa medica inattesa.
La pianificazione efficace prevede anche questo: un piccolo fondo di emergenza, un cuscinetto che ci permette di non compromettere i nostri obiettivi futuri per gestire gli scossoni del presente.
E poi c’è un errore sottile ma diffuso: confondere i desideri con i bisogni.
Pianificare aiuta anche in questo, perché ci obbliga a porci delle domande scomode, ma necessarie: ho davvero bisogno di questa spesa?
O è solo una risposta impulsiva a un’emozione?
PIANIFICARE NON E’ RINUNCIARE
Sia chiaro: non si tratta di sacrifici eterni o di una vita fatta solo di conti e restrizioni.
La pianificazione finanziaria ben fatta prevede anche i desideri, i piccoli (o grandi) sogni. Ma lo fa con un metodo, con consapevolezza.
Ci dice: “Puoi permettertelo, ma ecco come arrivarci senza intaccare tutto il resto”.
Ricorda che quando parliamo seriamente di investire, parliamo di mettere delle risorse, soldi, tempo, attenzione, in qualcosa che ha il potenziale di generare valore nel tempo.
Non oggi. Non domani. Ma tra qualche anno, magari.
Charlie Munger, conosciuto ai più come socio di Warren Buffett, la chiamava “gratificazione differita” e ne parlava così:
“Waiting helps you as an investor and a lot of people just can’t stand to wait. If you didn’t get the deferred-gratification gene, you’ve got to work very hard to overcome that.”
Tradotto: Aspettare ti aiuta come investitore, ma molte persone proprio non riescono a sopportarlo. Se non hai il gene della gratificazione differita, devi lavorare molto duramente per compensare.
In altre parole, Munger sottolinea quanto sia importante, nel mondo degli investimenti (e non solo), la capacità di rimandare le ricompense immediate per ottenere risultati più grandi nel lungo termine.
Ed è per questo che, come ha ricordato anche Consob, serve rafforzare l’educazione finanziaria accompagnata da una solida conoscenza della finanza comportamentale.
Sono competenze che vanno costruite e coltivate prima possibile, possibilmente fin da scuola.
Non basta sapere usare una carta di credito o firmare un mutuo: serve capire il perché delle nostre scelte, e soprattutto dove ci stanno portando.
Il mondo è cambiato rispetto ai tempi dei nostri padri e dei nostri nonni: non basta più investire in BOT per ottenere un rendimento soddisfacente, come accadeva quando i tassi d’interesse erano a doppia cifra.
Oggi è fondamentale conoscere una gamma più ampia di strumenti finanziari, comprendendone vantaggi e rischi, per saper scegliere quelli più adatti ai nostri obiettivi e al nostro profilo di rischio.
Viviamo in un’epoca veloce.
La tecnologia corre (basta guarda come sta avanzando l’intelligenza artificiale), l’economia globale ci espone a rischi e opportunità prima impensabili.
I paradigmi classici di investimento stanno cambiando: pensioni meno garantite, mercati più volatili, tassi d’interesse variabili.
In questo scenario, la pianificazione non è solo utile, ma necessaria.
Dobbiamo imparare a guardare al lungo periodo, non possiamo limitarci a gestire il presente.
CONCLUSIONE
Se sei arrivato fino alla fine di questo articolo hai capito cos’è la pianificazione e che, in fondo, pianificare è un atto di cura verso sé stessi.
È decidere di non lasciare la propria serenità in balìa degli eventi ed è mettere le basi per fare scelte migliori, più lucide, più nostre.
E no, non serve essere esperti o “bravi con i numeri”. Serve solo volontà, costanza e, se serve, l’aiuto di un professionista, preferibilmente un consulente finanziario indipendente, che ci guidi.
Perché come ogni buon viaggio, anche quello verso la stabilità finanziaria parte da una domanda: “Dove voglio arrivare?”
E continua con un’altra, più pragmatica: “Come ci arrivo?”
Il presente contenuto è ai soli fini didattici e di discussione, fai le tue ricerche prima di investire (do your own research before invest).
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