Vivere con 400 euro al mese: intervista a Miki e Fede

Interviste
Tempo di lettura: 9 minuti

Miki e Fede gestiscono la Fattoria del Fai da Te, un piccolo angolo di natura dove offrono ospitalità a chi vuole staccare dalla routine e vivere qualche giorno lontano dal caos delle città.

La loro storia mi ha colpito quando ho visto il video di Bernardo Cumbo su YouTube: il titolo diceva che vivono con soli 400 euro al mese.

Di quella intervista mi sono rimaste particolarmente impresse queste due frasi:

  • Michael, all’inizio, dice qualcosa secondo me di impatto: “noi abbiamo tutto ciò che ha la gente normale, non lavorando: questa è la nostra filosofia di base.”
  • Federica, invece, racconta: “Sono entrata in un altro mood, caspita, veramente bella la vita degli anni ‘50.”

Negli ultimi anni, grazie alla diffusione di informazioni tramite internet, abbiamo potuto constatare come non siano gli unici: sempre più persone sembrano cercare alternative alla classica routine casa-lavoro, lavoro-casa.

Tuttavia, come sottolinea Mr. Rip nella sua reaction all’intervista di Bernardo Cumbo, spesso questi racconti enfatizzano gli aspetti positivi e tralasciano le difficoltà.

Eppure, sono proprio i lati negativi quelli che contano di più.

Siccome il posto perfetto non esiste, quando si cambia vita, più che concentrarsi sui benefici, bisognerebbe chiedersi: con quali difficoltà/difetti riesco davvero a convivere?

Come diceva Charlie Munger: “Invert, always invert.”

Guardare le cose da questa prospettiva aiuta a prendere decisioni più consapevoli. È un po’ come in borsa: le perdite pesano più dei guadagni nella nostra psicologia, ed è proprio imparando a gestirle che si cresce davvero.

Quindi, in questa intervista, non chiederò solo dei lati positivi, ma anche delle difficoltà che hanno incontrato durante il loro percorso.

Ciò che colpisce nella storia di Michael e Federica è che il loro cambiamento non è avvenuto all’improvviso, ma a piccoli passi: prima il Cammino di Santiago, poi l’Australia, fino alla scelta definitiva.

Pronti a scoprirne di più? Partiamo!

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  • Raccontateci un po’ di voi: chi sono Miki e Fede? Qual’è stato il vostro percorso prima di arrivare a questa scelta di vita?

Miki – Sono sempre stato con le idee poco chiare. Finito il liceo, ho lavorato in edilizia per un anno, poi ho provato l’università, anche con buoni risultati, ma mi sono subito stufato. Ho tentato di lavorare all’estero (tre mesi in Inghilterra) e poi ho iniziato a fare l’idraulico.

Grande lavoratore, serio e professionale, a 22 anni vado a vivere da solo. Ma il mio spirito anticonformista aveva sempre la meglio, e non riuscivo a integrarmi. Per esempio, per qualche anno mi licenziavo a giugno per farmi riassumere a settembre, solo per godermi l’estate.

Alla fine, quando ho iniziato a essere più serio e a prendere impegni lavorativi sempre più gravosi, sono arrivati gli attacchi di panico: un segno che era ora di smetterla con il lavoro.

A quel punto, sempre altalenante e sbattendo qua e là, ho fatto il Cammino di Santiago.

Poi, in preda a turbinii mistici, ho regalato tutti i miei averi, lasciato la casa in affitto e sono partito come pellegrino per il mondo.

Un’esperienza bella e profonda… ma durata solo una settimana. Per quanto abbia grandi idee e sogni di avventura, la costanza non è il mio forte.

Ed è qui che arriva Federica.

Dopo aver abbandonato il carretto con i miei pochi averi, mi sposto a Bologna da un fratello che mi aveva contattato per darmi un lavoro come babysitter.

E lì, finisco per “rubare” il posto alla babysitter ufficiale, Federica, che in quel periodo era incastrata con gli esami all’università.

Ci troviamo subito in sintonia e, dopo pochi mesi, andiamo a convivere.

Federica, in quel momento, aveva 22 anni, io (Miki) già 27.

Lei era il mio opposto: cittadina, pettinata, precisa, sia nello studio che nei lavoretti con cui si manteneva agli studi. Con un carattere meno sbarazzino e sognatore, ma più determinato. E così, trovando un avventuriero folle ma incostante, ha dato vita a una super coppia.

Dopo poco tempo di convivenza, Federica si laurea e poi partiamo insieme per un nuovo Cammino di Santiago, secondo me una base fondamentale prima di una vita avventurosa insieme.

Il cammino funziona talmente bene che, appena tornati, è proprio Federica a suggerire di partire per l’Australia.

A quel punto inizia la fase delle avventure: farm con i coccodrilli, raccolta delle cipolle, radunare cavalli e mucche, guidare trattori, gestire migliaia di pecore.

E poi, tra un viaggio e l’altro (in totale siamo stati tre volte in Australia), abbiamo passato anche cinque mesi in India, girandocela con i mezzi pubblici, dalle montagne del Kashmir ai deserti del Rajasthan, fino ai paradisi tropicali del Kerala.

Alla fine di queste avventure, stanchi di girare zaino in spalla, abbiamo sentito il bisogno di avere una base. Ed è così che è iniziata l’avventura con la Fattoria.

  • Quando avete sentito che era arrivato il momento di cambiare vita? C’è stato un episodio o un momento preciso che vi ha fatto scattare la scintilla

Eravamo a Gokarna, una spiaggia indiana piena zeppa di fricchettoni, e ci siamo detti: basta.

Abbiamo guadagnato abbastanza, abbiamo visto tanto, ora è il momento di avere una base stabile, una casa, e di iniziare a costruire qualcosa di nostro, una famiglia.

Soprattutto, era ora di smetterla di stare sempre con lo zaino in spalla.

  • Qui mi rivolgo in particolare a Miki che ha fatto una scelta davvero estrema decidendo di vivere da eremita. Com’è stato quel periodo?

Da una parte mi sentivo libero, fighissimo, ispirato; dall’altra, avevo paura e, allo stesso tempo, ho capito quasi subito che non era la mia strada.

Per quanto mi fossi preparato (avevo regalato tutte le mie cose, anche la macchina, lasciato la casa in affitto e preparato un carretto con dentro le mie ultime cose), dopo appena una settimana e le prime difficoltà nel non sapere dove dormire (avevo una tenda, ma non mi sentivo a mio agio, nonostante avessi già dormito serenamente per strada lungo il Cammino di Santiago), ho raccolto le mie cose, ho abbandonato il carretto, ho chiamato un amico e sono andato da mio padre a dormire per qualche giorno, prima di partire per Bologna.

  • Esperienze come il Cammino di Santiago e l’Australia vi hanno segnato profondamente. Cosa vi hanno insegnato e in che modo hanno influenzato il vostro modo di vivere oggi?

A Federica, il Cammino ha insegnato quali sono le vere priorità (un letto, l’acqua calda, ecc.), mentre l’Australia le ha fatto scoprire il valore del fai-da-te e l’importanza di sapersela cavare da soli (quando sei a centinaia di chilometri da altri, è fondamentale).

A Miki, il Cammino ha insegnato che è bello e gratificante aiutare gli altri, ma anche che, se sei corretto, c’è sempre qualcosa che ti viene in aiuto. L’Australia, invece, gli ha mostrato che ci si può divertire in modo sano senza mai annoiarsi.

  • Alla fine avete scelto il piccolo paese di Atessa, in provincia di Chieti. Cosa vi ha colpito di questo luogo e com’è vivere nel sud dell’Abruzzo?

La scelta di Atessa è stata di Federica: è stata lei a trovare l’annuncio della casa su internet e a dire “è quella”.

Federica raramente ha visioni o intuizioni, essendo una persona più ponderata, ma quando le arrivano, sono quelle giuste.

Proprio come quando, in sogno, ha visto il nome della bimba, Luce, comparire davanti a lei scritto a caratteri cubitali.

Il sud dell’Abruzzo è un posto bellissimo: tra mare e montagna, economico e abitato da gente sempre cordiale.

  • Per chi sogna una vita più vicina alla natura, com’è l’ambiente lì? Ad esempio:
    • C’è molto vento?
    • L’umidità si sente tanto?
    • L’aria è davvero così pulita come si immagina lontano dalla città?

C’è molto vento, ma solo in alcune giornate. Per il resto, nonostante la zona industriale sia a una decina di chilometri, noi siamo in collina, circondati dai boschi, quindi sì, direi che l’aria è buona.

Per quanto riguarda l’umidità, sicuramente non siamo nella Pianura Padana, anzi, ci troviamo in una bolla climatica eccezionale. Non di rado ci sono nubi sulla collina sopra di noi, un mare di nebbia sotto, e noi siamo al sole.

  • E ora qualche domanda che Mr. RIP, come ha detto nella sua reaction, vi avrebbe voluto fare! 😁
    • Quante zanzare ce stanno?” (lo dico alla romana, come ha detto lui!) e quanto Autan serve per sopravvivere?
    • Quante volte salta la corrente?
    • Internet funziona bene?

Le zanzare sono relativamente poche, anche perché ho uno stagno con i pesci, e le zanzare che depongono le larve lì vengono mangiate dai pesci.

È comunque una questione relativa, dipende dall’annata piovosa, dalla presenza di rigagnoli o pozzanghere in giro, eccetera. In ogni caso, niente di problematico (sempre meno che a Bologna).

La corrente, durante i temporali, può saltare per qualche secondo, ma, eccetto quelle occasioni, non abbiamo mai avuto problemi (tocchiamo ferro).

Per internet, usiamo il cellulare come hotspot, e con Iliad, o comunque con reti Wind, andiamo alla grande.

  • Avevate preso in considerazione altri posti dove trasferirvi? Anche all’estero? Cosa vi ha fatto scegliere proprio Atessa?

Eravamo aperti a tutto il mondo, poi però, con l’idea di vivere comunque relativamente isolati, calcolando i pro e i contro dei vari paesi, abbiamo ridotto la ricerca all’Europa e poi, ancora, all’Italia, che, nonostante gli alti e bassi, è comunque un gran paese.

Una volta scelto il paese, abbiamo cercato tra nord e sud, ma l’Abruzzo era quello con case e terreni a un prezzo più alla nostra portata.

Alla fine abbiamo trovato l’annuncio della nostra casa e, via, dopo un paio di visite, l’abbiamo comprata.

Fattoria
  • Che consigli dareste a chi sente il desiderio di cambiare vita ma non sa da dove cominciare?

Non buttarsi così a sentimento, ma valutare bene il budget e prepararsi a fondo con un piano A, ma anche con uno B e C.

  • Secondo voi, perché sempre più persone vogliono cambiare vita? È solo una moda del momento o c’è qualcosa di più profondo?

Il sistema “cresci, studia, lavora, vai in pensione, muori” non basta più.

La base, cioè il pane in tavola, manca a pochissimi, e gli altri vogliono iniziare a sentirsi soddisfatti anche sotto altri aspetti.

  • Parliamo ora dei lati negativi: quali sono le principali difficoltà di questo modo di vivere?

Il fisico si stanca e si logora, ma una volta allenato, diventa poi una scelta personale decidere quanto sforzarsi.

Con gli animali, poi, non si può andare in vacanza (ma chi ci vuole andare? Per noi ogni giorno è vacanza).

La responsabilità è molto diretta: non fai la legna, non ti scaldi d’inverno, non semini l’orto, non mangi, non tratti bene gli animali e soffrono.

Però, ad essere onesti, stiamo cercando a fondo per trovare lati negativi; in realtà, sembrerà strano, ma noi non ne vediamo.

  • Come avete affrontato le incertezze e la paura di fallire lungo il percorso? C’è stato un momento in cui avete pensato di mollare?

Mai pensato di mollare, è uno stile di vita molto pratico che non dà spazio a incertezze o paure. Ci sono difficoltà e si affrontano, fine.

C’è sempre una soluzione, anche questo si impara: le soluzioni non ci sono solo per chi inizia a mettersi dei paletti (non farei questo, senza quello mai, quello non l’ho mai fatto, quello non si fa, ecc.).

  • Se poteste tornare indietro, c’è qualcosa che fareste diversamente? O qualche consiglio che avreste voluto ricevere prima di iniziare?

Consigli non li abbiamo mai accettati e le cose che avremmo fatto diversamente sono tantissime.

Però sono proprio tutti gli sbagli che ci hanno dato esperienza, quindi non li rinneghiamo assolutamente, anche perché alla fine ce l’abbiamo fatta.

  • Vivere con 400 euro al mese richiede una grande disciplina finanziaria. Avete trovato strategie particolari per gestire le spese? Ci sono momenti in cui sentite questo limite in modo più forte?

Chiariamo innanzitutto che 400€ è una media mensile, e non corrisponde al totale delle nostre entrate quindi, se sforiamo, pace.

Comunque, noi ci segniamo tutte le uscite e quando vediamo che stiamo esagerando, cerchiamo di contenere i vizi (parliamo di fusti di vino da 5 litri, qualche pacchetto di patatine e vaschette di gelato d’estate; questi sono i nostri vizi).


Infine, in un blog dedicato alla finanza, non si può fare a meno di parlare di numeri.

Grazie alla completa trasparenza di Miki e Fede, e alla loro conferma durante l’intervista, ho riepilogato i dati del loro bilancio annuale nella seguente tabella:

La storia raccontata in questa intervista è una storia di cambiamento, che mette in evidenza non solo il percorso di Miki e Federica, ma anche i numeri concreti di questa trasformazione.

Ognuno potrà poi decidere cosa trarne: cosa scartare e cosa invece tenere, valutando cosa possa essere replicabile in base alla propria situazione personale e alle proprie attitudini.

Queste esperienze forniscono spunti preziosi per chi desidera un cambiamento: è possibile adottare il loro stile di vita? Oppure si può semplicemente prendere ispirazione e integrare alcuni aspetti nel proprio percorso?

Miki e Federica dimostrano che, con una buona pianificazione e il giusto tempo, un cambiamento radicale è possibile. Certo, richiede costanza, sacrifici e coraggio, ma è alla portata di chi è disposto a mettersi in gioco.

Prima di concludere faccio un’ultima considerazione: il loro approccio alla vita mi ha ricordato molto i concetti espressi da Goffredo Parise nell’articolo Il rimedio è la povertà, pubblicato nel libro Dobbiamo disobbedire.

Parise descrive una “povertà” che non è miseria, ma un’educazione alla semplicità, un modo per apprezzare solo ciò che è veramente utile e dilettevole nella vita.

Già ai suoi tempi (scrive negli anni ’70), sottolineava come il denaro fosse diventato un fine in sé, un simbolo di successo più che un semplice strumento per soddisfare bisogni reali.

In questo senso, la povertà intesa come scelta consapevole diventa una forma di disobbedienza al modello di vita imposto dalla società, un modo per sottrarsi a una corsa continua che spesso porta più insoddisfazione che benessere.

La storia di Miki e Fede è una testimonianza concreta di come, con pazienza, pianificazione e coraggio, sia possibile uscire da questa “trappola del sistema” e costruire un’esistenza più autentica.

E se volete toccare con mano questo stile di vita, potete sempre prenotare un soggiorno nella loro minicasa e concedervi qualche giorno lontano dalle vicissitudini quotidiane.

Minicasa

Non dimenticate infine di visitare anche la loro pagina Facebook e il canale YouTube per tenervi aggiornati sull’evoluzione della loro Fattoria!

Grazie ancora a Michael e Federica per la loro disponibilità.

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2 comments

  • buongiorno Davide e complimenti come sempre.
    Bell’articolo, bella storia. Ti fa venire voglia di scappare dalla città, però non è cosi facile. Questa è stata la mia idea(dopo aver scoperto le crypto), ma non in un posto cosi sperduto, ma in qualche paesino o borgo vicino al mare, e vivere con poco, ma con la famiglia, invece di passare la vita dalle 7 del mattino alle 7 di sera a lavorare e far crescere i figli dalle baby sitter o…., per avere un po di “lusso” (se si puo usare la parola lusso)… eccettera… eccettera.. sarebbe un discorso lungo… comunque complimenti per il coraggio e la scelta di vita.
    A dire il vero un pensierino ad andare e passare un weekend da loro mi è passato per la testa, forse perche anche mio figlio di quasi 6 anni si diverterbbe in mezzo alla natura e agli animali.
    Gli auguro il meglio e ti ringrazio per i tuoi articoli/post che non si racchiudono soltanto nel mondo della finanza.

    • Grazie Eros, non è facile per niente fare questo tipo di cambiamenti ed è per quello che chi ce la fa poi ha tutte le attenzioni.
      Comunque secondo me è interessante anche dal punto di vista della finanza personale perchè vedere i numeri dietro questi scelte può aiutare anche altre persone che hanno le stesse idee.
      E alla fine entrate e uscite devono, almeno, pareggiare.

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