Il mio portafoglio

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In questa pagina troverai il mio portafoglio titoli, costruito nel tempo con l’obiettivo principale di generare una rendita stabile e sostenibile.

Troverai un’ampia presenza di azioni da dividendo, affiancate da ETF azionari e obbligazioni, tutti strumenti scelti con un occhio di riguardo alla solidità e alla capacità di distribuire reddito nel lungo periodo.

Le posizioni che vedi qui non sono frutto di strategie mordi e fuggi, ma il risultato di anni di accumulo e di acquisti che nel corso del tempo si sono stratificati, alcuni dei quali risalgono ai miei primi tempi da investitore.

Monish Pabrai, noto investitore, dice che se un titolo vale la pena di essere acquistato e mantenuto per anni, allora “a portfolio becomes a museum, and we become a collector.”

In effetti, questo portafoglio riflette proprio questa filosofia: più che un semplice elenco di titoli, è una raccolta di aziende che, nel tempo, hanno dimostrato di poter generare valore per gli azionisti.

Ovviamente, come in ogni museo, tra i pezzi pregiati non mancano gli scheletri nell’armadio: errori e/o “orrori” di valutazione, aziende che non hanno mantenuto le promesse oltre a scelte magari poco fortunate, fatte spesso quando l’esperienza era ancora limitata.

Fa parte del gioco e dell’apprendimento: nessun investitore è infallibile, l’importante è che i successi superino gli errori.

DIVIDENDI CROCE E DELIZIA

I dividendi sono una delle forme più concrete di rendimento che un investitore possa ottenere in quanto, a differenza dei guadagni sulla carta, di valutazioni di mercato spesso soggette a volatilità o di promesse aziendali che potrebbero non realizzarsi, i dividendi sono soldi veri che arrivano direttamente sul conto.

Non possono essere falsificati o non possono esserlo per molto tempo: se un’azienda distribuisce un dividendo per molti anni consecutivi significa che ha generato abbastanza liquidità da poterlo fare, questo li rende una delle metriche più tangibili della salute finanziaria di una società.

Un altro motivo per cui apprezzo le azioni da dividendo è la loro capacità di offrire una sorta di “paracadute” in caso di errore nell’investimento.

Se si investe in un titolo growth e il prezzo scende, l’unico modo per recuperare è sperare che il mercato torni a valutare l’azienda più positivamente.

Con le azioni da dividendo, invece, anche se il titolo non si apprezza come sperato, continuiamo comunque a ricevere un rendimento periodico, che può compensare almeno in parte eventuali cali del valore azionario.

A tutto questo si contrappone però una grande negatività: le TASSE! 

Per quanto i dividendi siano una fonte interessante di rendimento è bene essere consapevoli che la fiscalità in Italia non li favorisce particolarmente.

Tra la tassazione sui dividendi e la doppia imposizione nel caso di azioni estere, una parte significativa del rendimento viene erosa prima ancora di poter essere reinvestita o spesa.

Questo rappresenta un ostacolo non indifferente per chi punta sulla rendita da dividendi come strategia principale, ed è un aspetto da tenere in considerazione nel pianificare un portafoglio.

NON COPIARE IL MIO PORTAFOGLIO

Come ho già scritto nella pagina dedicata al portafoglio di Warren Buffett, copiare gli investimenti altrui non è mai una buona idea.

Tutti siamo in cerca di scorciatoie e, anche se può sembrare un modo semplice per ottenere buoni rendimenti senza sforzo, ci sono diverse insidie che rendono questa strategia rischiosa e potenzialmente controproducente.

Uno dei problemi principali è la mancanza di informazioni: quando si guarda un portafoglio di un altro investitore non si conoscono i ragionamenti dietro ogni acquisto, gli obiettivi finanziari, spesso neanche il peso dell’investimento rispetto al totale del capitale gestito e, soprattutto, quando l’investitore originale decide di vendere.

Senza questi dati, si rischia di navigare alla cieca.

Un altro aspetto critico è la mancanza di convinzione.

Quando i mercati attraversano periodi di forte volatilità, solo una solida comprensione del perché si è investito in una determinata azienda permette di mantenere la rotta senza farsi prendere dal panico.

Chi copia senza aver sviluppato una propria tesi d’investimento è più incline a vendere nei momenti peggiori, trasformando le fluttuazioni di breve termine in perdite definitive.

Infine, ogni investitore ha il proprio profilo di rischio, i propri obiettivi e il proprio orizzonte temporale.

Un titolo perfetto per una persona abbiente potrebbe non essere adatto a chi sta ancora costruendo il proprio capitale.

Ecco perché, più che replicare le mosse di altri, è sempre meglio costruire un portafoglio su misura, direi in maniera quasi sartoriale, basato su conoscenze personali, esperienza e strategie adatte alle proprie esigenze.

Osservare e studiare i grandi investitori può essere utile, ma il vero valore sta nell’imparare il loro approccio, non nel copiarne pedissequamente le scelte.

Concludo dicendo che, alla fine, anche una strategia subottimale che riesci a seguire con costanza è di gran lunga migliore di una strategia perfetta che non riesci a mantenere per lungo tempo.

Il presente contenuto è ai soli fini didattici e di discussione, fai le tue ricerche prima di investire (do your own research before invest).

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